
Le carovane del ricordo
Il lavoro a maglia è uno dei più antichi e dei più perfezionati. Si possono confezionare un’infinità di creazioni, dalle più tradizionali alle più innovative. Con due ferri e un filo si possono ottenere delle maglie che vengono lavorate in intrecci diversificati creando una lavorazione molto elastica.
Le origini si perdono nel tempo. Certamente, però, sappiamo che anticamente il lavoro a maglia non era affatto appannaggio del mondo femminile. Così come molte altre arti tessili e della fibra il lavoro a maglia ha visto numerosi uomini attivi, soprattutto fino al XIX secolo, quando ancora il lavoro a maglia era una rilevante attività economica. Con l’introduzione delle macchine per maglieria, prima, e poi con il passaggio del lavoro a maglia in veste di passatempo, è diventato appannaggio femminile un mondo creativo che in origine non ha fatto distinzioni.
Materiali
I ferri possono essere d’acciaio, di alluminio, di plastica, di acrilico, di bambù, di legno e, anticamente, anche di osso. Possono essere ferri a una punta, i più noti; a due punte, con punte da entrambe le estremità; circolari, con due punte corte collegate da un cavo flessibile. Devono sempre avere una grossezza proporzionata al filo adoperato, eccetto quando si decida un utilizzo alternativo, creativo e artistico con effetto freeform a schema libero e tecniche miste, similmente a ciò che avviene con l’uncinetto. Si possono utilizzare tutti i filati possibili ottenendo così lavorazioni molto diverse tra loro.
Tecniche
Per quanto riguarda la modalità di utilizzo degli aghi è possibile trovare differenze in tradizioni diverse, e così anche per quanto concerne la scelta di lavorare le maglie in modo più o meno morbido. Esistono moltissimi punti diversi che si possono realizzare.