Ombreggiature
Esplorazioni nell’evanescenza della mina sbriciolata e soffusa. Le linee si confondono, la sottigliezza del tratto si rende tenue paesaggio onirico.
S’incontrano essenze, si modellano esperienze.



Carboncino tattile
L’uso del legnetto di carboncino rende sostanza materica l’idealità delle forme. Tratti opachi lasciano filtrare segni luminosi.
Nella sospensione del tempo s’insinua la profondità delle ombre. Lo sguardo catturato dal tratto scuro chiede risposte alla luce che abbraccia la forma.

Il melograno spaccato fa di Kore la Regina delle Ombre. Dall’Ade ritornano echi di primavere circolari sul suolo terreno scelto dal sole. Passi, vesti frettolose ricordano gli attesi giorni colmi di gemme succose e trilli cinguettanti.


Il ferro si spezza, la via si apre.

Evanescenze alate, libere sospensioni materiche nel cielo.


I confini disarmati sospendono righe ferree che cedono al tempo. Passi ripetuti e ripetuti gesti, case che custodiscono memorie come tesori protetti dal silenzio.

Si narra di un lago e di una verde creatura che lo abita. Chiamato il Ferruginoso, sostanza nettuniana, ricordo lontano di sogni lacustri, innalza il suo tridente ad emblema del suo potere, incanta i sospiri, trafigge i cuori, condanna gli stolti, colti da smodata brama, che offendono il suo regno.



Le ondine regnanti nei luoghi lacustri e acquatici, nei rivi, nei ruscelli gorgoglianti, sussurrano, evocano incanti, tamburellano la mente dei viandanti.



Il nero carboncino, ombra materializzata nella luminosa sostanza del foglio bianco, ricompone e modella la forma del ricordo, plasma memorie, sospinge all’entrata dell’attento rituale dei contorni ridefiniti.

