
Quadro Fiber Art
Eyes, Strange Eyes
Quadro Fiber Art dipinto e ricamato a mano
Misura 52 cm*68 cm
Peso 265 grammi
Quadro tessile realizzato con tessuti pregiati dipinti, ricamati, cuciti, bruciati, oltrepassati da metallo.
Cotone e lino uniti a tela ricamata, tessuti naturali e organza siglano giochi in prospettiva.

Colori ad acqua e acrilici.
Aghi metallici martellati a freddo.
Un prezioso lasciapassare per il mondo onirico, tutto da scoprire, in una raffinata atmosfera introspettiva.

Solcando porte, attraversando specchi…
Questo quadro tessile Fiber Art nasce dalla riflessione sull’importanza che ha, per la costruzione della propria identità, la valenza dello sguardo di chi ci guarda.
Occhi amorevoli o vitrei, sferici o scheggiati creano immagini che evocano narrazioni nelle quali si posano, foglio dopo foglio, forme sempre più solide e definite. L’invito è compiuto, la tentazione di indossare l’abito che viene proposto spinge e s’insinua; si attarda solamente la curiosità dell’autenticità: il viandante oltrepassa lo specchio in cerca di verità.



Intrecci svelati
Occhi sospesi, sguardi sognanti: attraverso fili sottili i giochi dell’anima svelano intrecci, vengono a galla.
Un pesce volante galleggia nell’atmosfera incantata: l’occhio tace solamente quello che non vuole dire; metalliche e cangianti le sue pinne lo accompagnano in mari fluttuanti.


Preziose irrilevanze
Qualcuno guarda da una finestra o da una grata – occhi pensanti.
Ci sono sguardi che scivolano, sguardi che restano.
Sguardi selvaggi, sguardi senza tempo.
Ci sono aghi, e un filo tesse infinite storie: tra tutte, l’irrilevanza preziosa.

Ricordando generose altitudini in mari profondi…
Le tonalità calde della terra, accese, si sposano con guizzi più freddi, fatti di silenzi umbratili che ridefiniscono le forme.
La tela si tinge di colori neutri, terra di Siena, mattone fulvo, aranciato, ramato; avorio chiaro, beige, bianco perlato.

Intrecci e legàmi
Possono essere occhi innamorati o astiosi, veritieri o invidiosi: restano i loro segni, marchiature a fuoco nella memoria, trama e ordito di un tessuto che modella l’identità sul valore dello sguardo di chi ci guarda.

Incontrando pulviscoli nell’aria…
Un gioco di specchi infinito,
ed essere,
in un momento,
quello che l’altro vede.



Linee di confine
Il resistere di una linea sottile di confine, che non si può varcare, oltre la quale l’altro percepisce una realtà in prospettiva traslata.
S’insinua, resta, come spillo che attraversa la verticale dell’occhio, il pensiero dello sguardo altrui che plasma; e nasce lo sguardo che sa e può ridefinire la realtà che lo circonda.



Scorre tempo, i fiumi diventano elisir
Attraverso il riflesso nello specchio osservare lo sguardo che viene guardato e annotare impressioni e visioni dell’unico occhio che infine si condensa, ignaro di tutte le altre prospettive: è questo il silenzioso compito del tempo, del lento fluire delle sequenze, dell’inesorabile trasformazione di ogni evento.
Uno sguardo: lo scoccare del tempo che definisce la bellezza o l’oscurità; la possibilità o l’inganno.


Passaggi
E di volta in volta, passo dopo passo, sguardo dopo sguardo, essere quello che l’altro vede: piccole schegge e scintille si rincorrono, si scopre un piccolo territorio inesplorato, si aprono passaggi verso l’infinito.

Specchi negli specchi
Penso allo sguardo altrui che mi plasma e a quanto il mio sguardo sappia e possa plasmare la realtà che mi circonda.
E con questo riflesso nello specchio osservo lo sguardo che viene guardato e noto dove il mio sguardo si posa.
Perché, consapevole o meno, lo sguardo ha il potere di far emergere la bellezza o l’oscurità, semplicemente, con un battito di ciglia.
